Sandra Pietrini

Università degli Studi di Trento

Comprare e vendere nel Medioevo

Pubblicato in “Comprare Oggi”, n. 6, novembre-dicembre 1998, pp. 34-35. Rivista di Management degli Approvvigionamenti. Organo Ufficiale ADACI.

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Nell’Italia del XIII e del XIV secolo il commercio era molto fiorente e al tempo di Dante si contavano a Firenze 200 botteghe e 20 banche. A partire dal XII secolo si diffuse la lettera di cambio, antenata della moderna cambiale. Fra i primi a impiegare correntemente questa nuova modalità di pagamento fu l’industriale tessile pratese Francesco Datini, che impiegava nella sua azienda circa mille operai, di cui la maggior parte donne. Il Datini, che aprì filiali commerciali in varie città italiane ed estere, ha lasciato oltre centomila lettere, che documentano la situazione mercantile dell’epoca.

Vil razza dannata

Pubblicato in “Medioevo”, n. 10 (21), ottobre 1998, pp. 82-86. De Agostini – Rizzoli Periodici.

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Emarginati e condannati dalle autorità civili e religiose, la maggior parte dei giullari erano girovaghi. A partire dalla fine del XIV secolo, tuttavia, dal variegato e multiforme mondo degli intrattenitori finirono per emergere i buffoni di corte, assunti stabilmente nei palazzi reali e aristocratici. Più tollerati di altri tipi di intrattenitori erano i menestrelli (dal latino ministerium), assunti a servizio presso un signore. Sebbene alcuni giullari riuscirono a migliorare le loro condizioni, restarono comunque relegati fra i diversi e accusati dei peggiori vizi, poiché distolgono dalle occupazioni più serie per indurre al riso e al di-vertimento, inteso come deviazione da un percorso morale stabilito.

L’anima Buona di Sezuan directed by Giorgio Strehler

Pubblicato in “Communications from the International Brecht Society”, 27, 1, June 1998, pp. 19-22.

communcBrecht completed Der gute Mensch von Sezuan in 1941. The kind-hearted prostitute Shen-Te has to assume the identity of wicked cousin Shui-Ta to protect herself and her future baby from exploiters. In order to survive, she must turn into a pitiless capitalist, since it’s impossible to be good in a society founded upon exploitation. For his staging of 1981, Giorgio Strehler represented Shui-Ta as a huge, terrifying puppet moving jerkily and tramping with an awkward gait, with slanting contortions that show Shen-Te’s efforts to change her nature. As she transforms herself into Shui-Ta, Andrea Jonasson says: “How hard is it to be cruel”. But this is the only way to help the others and herself.

Alla corte dei giullari

Pubblicato in “Storia e Dossier”, n. 123, gennaio 1998, pp. 29-33. Gruppo Editoriale Giunti.

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Chi erano i giullari medievali? Professionisti del divertimento, che per vivere offrivano il loro spettacolo sulle piazze e per le strade, durante i mercati e le fiere. Intrattenitori di vario genere accorrevano anche alle feste bandite a corte: acrobati, giocolieri, suonatori e cantastorie allietavano spesso i banchetti e le cerimonie degli aristocratici. Per tutto il Medioevo i giullari furono aspramente condannati dalla Chiesa, come elementi portatori di trasgressione e disordine morale, ma a partire dal XIII secolo alcuni scrittori cristiani come Thomas de Cobham e san Tommaso cominciarono a distinguere i giullari in base al comportamento e al repertorio, giudicando tollerabili i cantori di gesta e delle vita dei santi.

Fisiognomica. Il marchio della natura

Pubblicato in “Storia e Dossier”, n. 112, gennaio 1997, pp. 36-41.

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La fisiognomica, che risale almeno ad Aristotele, è stata a lungo considerata una scienza, fondata sull’idea di desumere le inclinazioni del carattere dai tratti del volto. Tracciando una somiglianza con una specie animale, si cerca di risalire all’indole fondamentale dell’individuo, per cui un uomo dal collo taurino è forte e coraggioso, mentre un mento aguzzo lascia presagire l’astuzia della volpe. L’articolo traccia un sintetico percorso cronologico e concettuale, che dal trattato di fisiognomica di Giovan Battista della Porta giunge fino all’antropologia criminale di Lombroso, passando attraverso Darwin, Lavater e Charles Le Brun.

Iago o dell’invidia della creazione. L’Otello di Gabriele Lavia

Pubblicato in “Biblioteca Teatrale”, n.s., 42, aprile -giugno 1997, pp. 67-90. Bulzoni Editore.

bibtea2cL‘Otello di Shakespeare messo in scena da Gabriele Lavia è ambientato in una moderna caserma militare, con una scena spoglia e grigia al limite dello squallore. Il vero protagonista dell’azione è Iago (Umberto Orsini), astuto manipolatore del linguaggio e delle apparenze: la sua abilità dialettica, le sue raffinatezze intellettuali da impiegato frustrato e impotente si contrappongono all’ingenuità grossolana di Otello (Franco Branciaroli), un nero primitivo in cui finiscono per prevalere gli impulsi violenti e che si trasforma in un giustiziere impietoso. Anche Desdemona, una ragazzina allegra e cinguettante, è vittima della brama di potere di Iago, perfido demiurgo che riversa la sua libidine nel fare il male.

Giullari e scimmie nell’iconografia medievale

Pubblicato in “Biblioteca Teatrale”, n.s., 37-38, gennaio-giugno 1996, pp. 101-125. Bulzoni Editore.

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Fra gli intrattenitori girovaghi, l’ammaestratore di scimmie è una figura professionale molto diffusa nel basso Medioevo ed è spesso raffigurato nell’iconografia. Nelle miniature e nelle sculture, il giullare è spesso assimilato alla scimmia, un animale considerato immondo e talvolta associato al demonio. Questa analogia rinvia all’idea della deformità fisica come segno di degenerazione morale e trova conferma nelle condanne degli scrittori cristiani, che considerano la trasformazione del corpo una perdita di dignità umana. Come scrive nel XIII secolo Guglielmo Peraldo, “il buffone è come la capra e la scimmia, con le quali si diverte il diavolo, spingendo gli uomini al riso”. Continua