Sandra Pietrini

Università degli Studi di Trento

L’Amleto di Cesare Rossi

in “Nuovi Studi Fanesi”, Fano, Biblioteca Comunale Federiciana di Fano, 27, 2013-2014, ed. critica con testo a fronte.

I giullari nell’immaginario medievale

Roma, Bulzoni, 2011, pp. 361.

copProfessionisti del divertimento, i giullari animano la vita delle città e delle corti medievali. Quando non accorrono alle feste bandite dagli aristocratici, danno spettacolo nelle taverne, sulle piazze e lungo le strade, producendosi in performances musicali, giochi, acrobazie, affabulazioni ed esercizi di abilità di vario genere. A partire dal XIII secolo, alcuni intrattenitori si stabilirono in modo permanente a corte, sottraendosi ai disagi di una vita girovaga per diventare menestrelli o buffoni. Nell’immaginario figurativo che ha finito per prevalere, il giullare è assimilato al buffone di corte, con il costume bicolore a tinte vivaci, il cappello a sonagli e la marotte. E tuttavia, dall’universo composito di scene profane, comiche, scurrili e persino blasfeme che popolano le sculture delle cattedrali e le drôleries dei manoscritti gotici emerge un’iconografia molto più variegata dell’intrattenimento. Assimilati agli altri emarginati della società medievale, i giullari erano considerati dagli scrittori cristiani “alleati del demonio” e “cornamuse del diavolo”, mentre le giullaresse erano equiparate alle prostitute. L’immagine negativa degli intrattenitori si riversa anche nell’iconografia biblica, in particolare attraverso la figura di Salomè e l’insipiens del Salmo 52. Sulla base di fonti iconografiche e letterarie, il volume intende ricostruire l’immagine del giullare nella cultura medievale, esplorandone i vari livelli interpretativi anche alla luce dei pregiudizi della cultura dominante.

Storia del teatro

macGrawMilano, McGraw-Hill, 2010 (dall’edizione americana di E. Wilson, A. Goldfarb), pp. 444.

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Un manuale di base per gli studenti dei corsi di laurea di facoltà umanistiche che prevedono un insegnamento di storia del teatro. Dall’edizione originale americana, pregevole per l’approccio aperto a drammaturgie minori e meno frequentate, si è realizzata un’edizione fortemente adattata grazie a integrazioni specifiche su contenuti e linee critiche che trovano in Italia maggiore interesse e importanza: dal teatro rinascimentale ai grandi attori di fine Ottocento, dalle forme teatrali del Medioevo alle più recenti avanguardie del Novecento. Il volume è arricchito di un ampio apparato iconografico e di approfondimenti fruibili in appositi box. Continua

L’arte dell’attore dal Romanticismo a Brecht

laterzaRoma-Bari, Laterza, 2009, pp. 214.

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A partire dal Romanticismo, gli attori cercano di nobilitare il loro mestiere attraverso la pubblicazione di trattati e manuali di recitazione. Nonostante questi tentativi di codificazione dell’arte, all’inizio dell’Ottocento si afferma il mito dell’attore ispirato, che recita trasportato dall’impeto del sentimento. Il dibattito fra i fautori dell’immedesimazione e i sostenitori di una recitazione ‘a freddo’ si intensificherà nel corso del secolo. Il Novecento batterà invece altre strade, inaugurando una complessa riflessione sulle tecniche e sul training, ma anche sulle possibili interazioni fra attore e regista. Sandra Pietrini offre una panoramica della funzione e dell’immagine dell’attore negli ultimi due secoli, dalla recitazione romantica al narratore nel teatro epico di Brecht, dai manuali di mimica alla riscoperta della corporeità scenica nelle prime avanguardie novecentesche. Continua

Il mondo del teatro nel cinema

Roma, Bulzoni, 2007, pp. 334.
bulzoni3cIl mondo del teatro è un tema ricorrente nel cinema, dai primi cortometraggi che riprendono le performance di acrobati e giocolieri fino alle contaminazioni delle opere più recenti. I film incentrati sull’ambiente delle scene rielaborano alcuni temi cruciali: la responsabilità degli artisti in tempo di guerra, la teatralità come modello essenziale di comunicazione, il mestiere di attore come forma di vita alternativa o possibile terapia. Il teatro può essere un meccanismo impietoso, che rivela la circolarità tragica del percorso di ascesa e declino, oppure una risorsa, un’arte vitale capace di interagire con la teatralità dell’esistenza e della Storia. Le molteplici interferenze fra scena e vita rinviano al teatro come struttura profonda della realtà, mentre le conseguenze dell’immedesimazione nella parte gettano una luce inquietante sulla personalità dell’attore. Il cinema utilizza il teatro anche come strumento di un discorso   metalinguistico, con una riflessione sui propri codici e linguaggi in cui i limiti delle due arti si confondono, rinviando ai concetti fondanti di rappresentazione, gioco e illusione.

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Dispense storia del teatro. Dall’antichità al 1800

con allegato CD-rom, Firenze, Cusl, 2004.

dispenseSintetico excursus attraverso le varie epoche teatrali, volto a individuare le specificità del linguaggio scenico nei principali paesi europei. Mediante l’abbinamento di testo e immagini, il CD-rom offre una serie di esemplificazioni illustrative delle forme teatrali del passato, commentate e interpretate come fonti essenziali alla ricostruzione storica. L’apparato iconografico è infatti indispensabile alla comprensione del testo. Il CD-rom è concepito come una dispensa ad uso degli studenti: non può e non deve sostituire i manuali di storia del teatro, ma integrare la preparazione complessiva al corso.

Fuori scena. Il teatro dietro le quinte nell’Ottocento

libro2cRoma, Bulzoni, 2004, pp. 401.

Nell’Ottocento il teatro è fenomeno di massa, paragonabile a ciò che sarà il cinematografo nel secolo successivo, e un soggetto ricorrente nelle opere letterarie e figurative. Le condizioni materiali dello spettacolo e la vita quotidiana dei comici hanno ispirato molti romanzieri, pittori e disegnatori, le cui opere sconfinano spesso nella denuncia morale o nel bozzetto satirico. La rivelazione dei retroscena del teatro divenne quasi una moda letteraria, un punto di convergenza di vari generi e sottogeneri, dalle autobiografie di attori alla cronaca di costume. Il diaframma che separa la rappresentazione dalla vita dietro le quinte rinvia alla dimensione esistenziale dell’attore, alla dialettica fra l’uomo e il personaggio. Mentre le descrizioni dell’ambiente ripropongono alcuni luoghi comuni dei secoli precedenti, le figure che concorrono alla realizzazione dello spettacolo assumono talvolta contorni caricaturali il grasso e rozzo impresario, il direttore dispotico, il poeta affamato, il povero suggeritore. Continua

Vita teatrale dietro le quinte

CD-rom, Firenze, Firenze University Press, 2002.

vitatea“Restare dietro le quinte”, “agire dietro le quinte”: locuzioni derivate dal lessico teatrale ed entrate a far parte del linguaggio comune come metafore indicative di un comportamento indiretto o segreto. Il teatro dietro le quinte è ciò che resta invisibile al pubblico, dietro al sipario o nei camerini degli attori, ma anche ciò che concerne l’organizzazione e l’allestimento dello spettacolo: il viaggio, le prove, la vestizione, gli operatori teatrali. Un ricco sottobosco di figure professionali concorre a determinare il fascino ambiguo del teatro, per secoli ritenuto un ambiente corrotto e corruttore, ma anche oggetto di curiosità e attrazione. Soprattutto durante l’Ottocento, la curiosità nei confronti della vita teatrale raggiunge il suo culmine: i camerini degli attori diventano veri e propri ritrovi mondani e le protagoniste della scena, le cui toilettes sontuose sono imitate dalle signore alla moda, richiamano l’attenzione dei giornalisti, dei letterati e dei pittori. La spregiudicatezza delle attrici, l’avidità degli impresari e l’opportunismo dei critici diventano allora temi ricorrenti sia nell’immaginario letterario che nell’iconografia. Continua

Spettacoli e immaginario teatrale nel Medioevo

librocRoma, Bulzoni, 2001, pp. 324.

Durante il Medioevo, insieme alle pietre degli antichi edifici adibiti agli spettacoli, sembra essere crollata l’idea stessa di teatro. La memoria dei generi drammatici e delle rappresentazioni viene tuttavia tramandata dalla tarda antichità al Medioevo mediante i glossari e i commenti degli scrittori cristiani, che menzionano il teatro soprattutto per condannarlo. Confusa e frammentaria, l’immagine del teatro antico ricorre nella fantasia degli eruditi, assumendo anche contorni iconografici: raffigurazioni di teatri possibili o sogni di un lontano passato, in cui i ludi scenici romani sono rievocati come una declamazione mimata, una danza o uno spettacolo agonistico. D’altra parte, i secoli in cui il teatro non esiste più come istituzione presentano un’estrema varietà di forme spettacolari, dalle performance dei giullari ai misteri religiosi. Suggestioni tratte dalla realtà contemporanea si insinuano nelle ricostruzioni del teatro antico, creando un immaginario polimorfo e pervasivo che evoca il peccato, la lussuria e l’idolatria. Continua