Nell’Ottocento il teatro è fenomeno di massa, paragonabile a ciò che sarà il cinematografo nel secolo successivo, e un soggetto ricorrente nelle opere letterarie e figurative. Le condizioni materiali dello spettacolo e la vita quotidiana dei comici hanno ispirato molti romanzieri, pittori e disegnatori, le cui opere sconfinano spesso nella denuncia morale o nel bozzetto satirico. La rivelazione dei retroscena del teatro divenne quasi una moda letteraria, un punto di convergenza di vari generi e sottogeneri, dalle autobiografie di attori alla cronaca di costume. Il diaframma che separa la rappresentazione dalla vita dietro le quinte rinvia alla dimensione esistenziale dell’attore, alla dialettica fra l’uomo e il personaggio. Mentre le descrizioni dell’ambiente ripropongono alcuni luoghi comuni dei secoli precedenti, le figure che concorrono alla realizzazione dello spettacolo assumono talvolta contorni caricaturali il grasso e rozzo impresario, il direttore dispotico, il poeta affamato, il povero suggeritore. Continua