Sandra Pietrini

Università degli Studi di Trento

La santa danza di David e il ballo peccaminoso di Salomè: due figure esemplari dell’immaginario biblico medievale

Pubblicato in “Quaderni Medievali”, 50, dicembre 2000, pp. 45-73. Edizioni Dedalo.

quade2cMentre la danza di David davanti all’arca di Dio è un esempio di ballo positivo, che rappresenta l’umiliazione di sé, l’esibizione di Salomè durante il banchetto di Erode per ottenere la testa del Battista acquisisce il senso negativo di una danza lasciva che induce l’uomo al peccato. Mentre il ballo di David è raramente rappresentato nell’iconografia medievale, proprio per non suggerire ambigue analogie con i giullari, Salomè è spesso raffigurata come un’intrattenitrice che compie difficili performance acrobatiche. Nonostante la rimozione del carattere sensuale della sua danza, Salomè evoca l’idea della lussuria e rappresenta il potere fatale della seduzione.

Un teatro nel castello. L’Accademia dei Rinascenti di Poppi

Pubblicato in “Annali del Dipartimento di Storia delle Arti e dello Spettacolo”, I, 2000, pp. 93-111. Edizioni Cadmo.

annali1cIn una sala del castello medievale di Poppi, antica residenza dei Conti Guidi, nel 1647 fu costruito dall’Accademia degli Incerti un teatro, gestito e utilizzato dai nobili del luogo. Nel 1704 fu fondata un’altra accademia, chiamata dei Rinascenti, che fra alterne fortune sopravvisse fino al 1881. Notizie relative alla gestione del teatro si trovano in un manoscritto del Settecento, le Memorie della nobile accademia de’ Rinascenti: dalla costruzione dei palchi per gli spettatori alle norme relative alla messa in scena e agli attori (dilettanti). Dopo una fase di decadenza, nel 1779 il teatro fu ristrutturato dall’architetto Ferdinando Morozzi e successivamente affittato anche a compagnie di attori professionisti.

Scritture di viaggio tardomedievali

Pubblicato in “Quaderni Medievali”, 47, giugno 1999, pp. 177-183. Edizioni Dedalo.

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Il viaggio è uno dei grandi temi che attraversano tutto il Medioevo. Le scritture di viaggio sono una categoria composita, che comprende vari tipi di fonti: i diari e i resoconti, le epistole e le guide per i pellegrini, i libri di meraviglie e le descrizioni di viaggi fantastici. Alle scritture di viaggio come documenti per la ricerca storica è stato dedicato il  XII Seminario del Centro Studi sulla Civiltà del Tardo Medioevo, che si è svolto dal 7 al 12 settembre 1998 a San Miniato (Pisa): Fonti per la storia della civiltà italiana tardo medievale: scritture di viaggio. La rassegna enuclea alcuni temi e ricerche emerse durante lo svolgimento del Seminario, che riporta all’attenzione degli storici l’importanza dell’uso e della critica delle fonti.

Il disordine del lessico e la varietà delle cose: le denominazioni latine e romanze degli intrattenitori

Pubblicato in “Quaderni   Medievali”, 47, giugno 1999, pp. 77-113. Edizioni Dedalo

quade1cLa varietà di denominazioni latine e romanze utilizzate nel Medioevo per definire i giullari suggerisce l’esistenza di una pluralità di forme spettacolari. La figura dell’attore antico si è frantumata infatti in una serie di funzioni e specializzazioni. Mentre gli eruditi continuano a utilizzare alcuni lemmi che designano cose ormai scomparse, il termine che finirà per imporsi nelle lingue europee è ioculator, da cui discendono le varianti romanze (joglar, jongleor, iograr). La confusione dei nomi sta alla base della Supplica rivolta al re di Castiglia dal trovatore Giraut Riquer, che con una rivendicazione professionale e di categoria depreca il fatto che in Provenza tutti gli intrattenitori siano chiamati indiscriminatamente giullari e chiede al re di mettere ordine nei nomi, sperando che ne consegua un ordine nelle cose.

L’anima Buona di Sezuan directed by Giorgio Strehler

Pubblicato in “Communications from the International Brecht Society”, 27, 1, June 1998, pp. 19-22.

communcBrecht completed Der gute Mensch von Sezuan in 1941. The kind-hearted prostitute Shen-Te has to assume the identity of wicked cousin Shui-Ta to protect herself and her future baby from exploiters. In order to survive, she must turn into a pitiless capitalist, since it’s impossible to be good in a society founded upon exploitation. For his staging of 1981, Giorgio Strehler represented Shui-Ta as a huge, terrifying puppet moving jerkily and tramping with an awkward gait, with slanting contortions that show Shen-Te’s efforts to change her nature. As she transforms herself into Shui-Ta, Andrea Jonasson says: “How hard is it to be cruel”. But this is the only way to help the others and herself.

Iago o dell’invidia della creazione. L’Otello di Gabriele Lavia

Pubblicato in “Biblioteca Teatrale”, n.s., 42, aprile -giugno 1997, pp. 67-90. Bulzoni Editore.

bibtea2cL‘Otello di Shakespeare messo in scena da Gabriele Lavia è ambientato in una moderna caserma militare, con una scena spoglia e grigia al limite dello squallore. Il vero protagonista dell’azione è Iago (Umberto Orsini), astuto manipolatore del linguaggio e delle apparenze: la sua abilità dialettica, le sue raffinatezze intellettuali da impiegato frustrato e impotente si contrappongono all’ingenuità grossolana di Otello (Franco Branciaroli), un nero primitivo in cui finiscono per prevalere gli impulsi violenti e che si trasforma in un giustiziere impietoso. Anche Desdemona, una ragazzina allegra e cinguettante, è vittima della brama di potere di Iago, perfido demiurgo che riversa la sua libidine nel fare il male.

Giullari e scimmie nell’iconografia medievale

Pubblicato in “Biblioteca Teatrale”, n.s., 37-38, gennaio-giugno 1996, pp. 101-125. Bulzoni Editore.

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Fra gli intrattenitori girovaghi, l’ammaestratore di scimmie è una figura professionale molto diffusa nel basso Medioevo ed è spesso raffigurato nell’iconografia. Nelle miniature e nelle sculture, il giullare è spesso assimilato alla scimmia, un animale considerato immondo e talvolta associato al demonio. Questa analogia rinvia all’idea della deformità fisica come segno di degenerazione morale e trova conferma nelle condanne degli scrittori cristiani, che considerano la trasformazione del corpo una perdita di dignità umana. Come scrive nel XIII secolo Guglielmo Peraldo, “il buffone è come la capra e la scimmia, con le quali si diverte il diavolo, spingendo gli uomini al riso”. Continua