Sandra Pietrini

Università degli Studi di Trento

La morale dello specchio

Pubblicato in “Etruria Oggi”, XVIII, giugno 2000, pp. 39-45.

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Simbolo ricorrente e polisemico, nell’iconografia medievale lo specchio allude al peccato e alla vanità, mentre a partire dal Rinascimento è un frequente attributo di Venere e della Prudenza. Inquietante monito sulla caducità della bellezza e dei beni terreni, nell’immaginario del Seicento lo specchio è anche emblema dell’artificioso gioco di apparenze della realtà. Nell’Ottocento allude spesso all’idea del doppio, come nel racconto di E.A. Poe William Wilson e nel Ritratto di Dorian Gray di O. Wilde, mentre nella letteratura del Novecento rinvia alla frantumazione dell’io (L. Pirandello) e all’infinita moltiplicazione virtuale (J.L. Borges). Il gesto di guardarsi allo specchio è una conferma della propria identità ma anche un momento di verifica di ansie e paure, una piccola magia quotidiana fra il disincanto del saggio e la tentazione di Narciso.